La ripresa economica di Renzi e la manovra bis di primavera

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È solo una nostra idea che la ripresa economica, tanto decantata da Renzi, sia solo frutto momentaneo di una legge di stabilità in deficit di circa 18 miliardi? È solo una nostra impressione che Renzi fa cose per cui qualsiasi altro Governo sarebbe stato crocefisso sull’altare delle norme comunitarie?

Di fatto, ormai, sono molti i rumors che prevedono una manovra nella primavera inoltrata, quando le istituzioni europee spiegheranno all’Italia che una cosa è la flessibilità dei conti un’altra è l’aumento del deficit di bilancio. La manovra bis ci sarà e anticiperà l’ormai certa stangata del 2017 (anche perché si dovranno trovare 24 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva).

Non è stato messo in evidenza chiaramente che lo scontro tra Renzi e i burocrati di Bruxelles non fosse su opinioni concettuali diverse ma su cose concrete: i conti pubblici italiani e l’utilizzo delle risorse a debito. I numeri ci condannano da tempo e nessun premier, a parità di regole e di debito pubblico, potrà fare il miracolo senza pagarne lo scotto in termini politici, perché le cose da fare realmente sarebbero assolutamente impopolari per la maggior parte degli italiani.

E infatti Renzi fa la voce grossa con l’Europa per sviare l’attenzione sui conti interni. Questa la partita per l’anno in corso. Per il 2017 l’Unione Europea si mostrerà meno accondiscendente anche perché, e a Renzi è stato ricordato da più parti, gli Stati membri possono chiedere l’applicazione delle clausole di flessibilità soltanto per un anno e l’Italia non potrà beneficiarne per altri 12 mesi.

Se non bastasse, ci sono 24 miliardi da trovare per disinnescare la clausola di salvaguardia sull’Iva, un target più alto sulle privatizzazioni da realizzare e una più generale stretta sulla spesa se si vuole riportare l’avanzo primario al 4%. Renzi, che ha chiesto e ottenuto maggiore tolleranza sui conti per quasi un punto di PIL (più deficit in cambio di più investimenti, per l’assistenza ai migranti e per rispondere al ciclo negativo), potrebbe avere brutte sorprese in primavera.

L’Unione Europea, in quel periodo, comunicherà sia il grado di flessibilità legato alle politiche d’integrazione sia quello relativo agli investimenti e, con il debito che crescerà per buona parte dell’anno, sarà sicuramente richiesta una correzione dei conti pari a quasi mezzo punto di PIL. La Germania, dal canto suo, non sarà sicuramente così ben disposta ad ulteriori aiuti né, tanto meno, concedere altre deroghe al paese più indebitato d’Europa.

Il risveglio dalla ripresa economica di Renzi sarà pesante. Possiamo già immaginare gli schieramenti politici pronti a dare la responsabilità a qualcuno o qualcosa, ben sapendo che non c’è uscita indolore da questa situazione e, nella migliore delle ipotesi, cercando affannosamente di tirare a campare e di approfittare dell’oceano di disuguaglianze e di ingiustizie in cui versa oggigiorno lo Stato italiano.


Sorgente: La ripresa di Renzi e la manovra bis di primavera

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